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segnalazione libri

Rivoluzione Quirinale


Così si intitola il bel libro di Giuseppe Sangiorgi, Gaffi editore in Roma (2010), che tratta, con linguaggio semplice, con profonda conoscenza delle procedure del potere, con ricchezza di documentazione, la rottura dell'equilibrio dei rapporti tra governanti e governati.
Raccontata attraverso la metafora della Città Proibita di Pechino.

'... Con le sue 9999 impenetrabili stanze, La Città Proibita dominava da Pechino l'intera Cina. Come sappiamo, qualcosa di simile avviene in Italia perché anche su di noi grava una Città Proibita dalla quale i cittadini comuni sono esclusi. È il luogo del potere e dei privilegi con i suoi palazzi della politica, delle istituzioni e dei centri economici e finanziari dai quali si governa il paese. Negli anni un crescendo di inchieste giornalistiche, di libri di denuncia, di indagini giudiziarie ne ha svelato i segreti e i retroscena spesso scandalosi e pure cambiano i governi, passano le legislature ma la Città Proibita resta lì, un secondo Paese dentro il Paese.

Il suo costo è ogni anno di miliardi di euro: oltre a un secondo paese, dunque, una seconda finanziaria dentro la finanziaria. E più di un milione di italiani a vario titolo possono entrarvi godendo dei favori che ne derivano: la più grande industria italiana per numero di addetti. I suoi costi sono a carico della collettività e i suoi profitti sono a vantaggio di pochi: il contrario di ciò che in particolare la politica e le istituzioni dovrebbero perseguire...'.

Come scrisse Antonio Gramsci '... I mandarini sono persuasi che il buono e misericordioso dio dei cinesi abbia creato apposta la Cina e il popolo cinese perché fosse dominato da loro. Chi fa il bel tempo? I mandarini. Chi rendere fertili campi? I mandarini. Chi permette all'ingenuo popolo cinese di respirare e di vivere? I mandarini. È dunque naturale che il popolo cinese sia nulla e i mandarini siano tutto...'

Dopo una diagnosi impietosa l'autore invoca un gesto che rovesci il tavolo dell'indifferenza e della rassegnazione.
Ma forse ci vorrebbe una 'tranvata'.