La centrale atomica nel Lazio: dove metterla? Quali sono le preferenze degli abitanti di Ciciliano? Facciamo un referendum?

Il programma delle centrali nucleari prevede, in linea di massima, la costruzione in tutte le regioni, con esclusione dell’Abruzzo e delle Marche. Il gruppo parlamentare del PD ha pubblicato la lista dei siti su cui si ipotizza una costruzione di una centrale nucleare. Una lista non ufficiale, provvisoria (perché qualche scelta ne escluderà altre), ma abbastanza plausibile, anche perché ricalca un lavoro completato nel 1979.

Per il Lazio ci sono i seguenti tre siti: la zona costiera di Montalto di Castro (Viterbo); l’area di confluenza tra Nera e Tevere tra Magliano Sabina e Orte (Viterbo); l’area costiera di Borgo Sabotino (Latina). Proviamo a fare un referendum: quale preferiscono gli abitanti di Ciciliano?

Per una maggiore informazione allego la cartina del rischio sismico in Italia. Da cui si vede agevolmente che l'idea di piazzare una centrale in ogni regione è abbastanza strana. Tanto più che i margini di sicurezza del rischio sismico sono abbastanza precari: la scala Richter risale al 1935, prima si usava la scala Mercalli basata sui danni prodotti dal terremoto alle costruzioni. Esistono altre misurazioni più avanzate, ma il periodo di tempo coperto da misurazioni è minimo rispetto ai miliardi di anni del pianeta.

Dico con chiarezza la mia opinione: il problema delle centrali nucleari nemmeno si pone. La condizione per fare le centrali nucleari è il controllo perfetto dell'intero ciclo. Nell'Italia di oggi le condizioni per garantire questo controllo non ci sono. E ancora per diversi anni non ci saranno.

Ci sono le competenze tecnologiche, ma non ci sono le condizioni giuridiche, istituzionali e operative:

• il sistema degli appalti pubblici è altamente inquinato (la Corte dei Conti arriva a stimare in 60 miliardi annui i costi della corruzione);
• la catena dei subappalti lo rende ancor più indecifrabile;
• la materia prima cemento è in mano a gruppi malavitosi (insediati nei ‘salotti buoni’ della finanza) e ponti e ospedali vengono chiusi perché c'è sabbia invece di cemento;
• lo smaltimento dei rifiuti, in particolare quelli industriali e tossici, è largamente in mano alla malavita organizzata;
• c'è la tendenza a sanare situazioni incompatibili abbassando per via normativa gli standard di sicurezza;
• si stanno depotenziando alcuni sistemi di indagine rivelatisi efficaci e si sono allentate le norme sui reati societari;
• le funzioni pubbliche di controllo sono state cancellate o rese abbondantemente inefficaci.

Insomma, quasi nulla di quel che in teoria è alla portata, si realizza operativamente in modo corretto. In pratica, non è possibile. E se non è possibile, inutile dire che è necessario: bisogna trovare altre strade.

In secondo luogo, il costo del kW prodotto da una centrale nucleare è indeterminato e aleatorio, finché non si stabilisce qual è e quanto costa la soluzione del problema delle scorie. Se non si sa questo, non si può dire che il kW del nucleare costa meno.

Allora, proviamo a farlo questo referendum?

Mauro Ferrara