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appunti

Perché non fare il mese della cucina tradizionale?

Ciciliano sta diventando un polo enogastronomico del Giovenzano. Molti giovani di Ciciliano hanno avviato un’attività di produzione agroalimentare:

Queste iniziative economiche sono un’opportunità per i consumatori. In tempi di difficoltà economica, in cui le spese obbligate (energia elettrica, gas, benzina, autostrada, telefono, acqua, ecc.) si portano via il 30% del reddito delle famiglie, come dice Confcommercio, e sono aumentate di prezzo del 49% negli ultimi dieci anni (Istat), due capisaldi della reazione dei consumatori (almeno di quelli che non vogliono solo sborsare di più o ridurre i consumi) sono Avere in loco una gamma di prodotti alimentari può facilitare la programmazione e può procurare vantaggi di prezzo e/o di qualità.

Ma queste giovani imprese sono anche un’occasione di sviluppo per il paese e per il comprensorio. Delle amministrazioni pubbliche avvedute (Comune, Comunità montana, Provincia) possono fare molte cose, alcune costose altre molto meno, per incoraggiare la tendenza e sostenerla.

Un esempio di iniziativa che costa poco: il mese della cucina tradizionale. L’ho visto (anzi, ne ho beneficiato come avventore) nel lontano 1982 in Liguria, nella riviera di levante. Durante il periodo, turisticamente “morto”, tra il Carnevale e la Pasqua l’Azienda di soggiorno e turismo ha affisso manifesti con una lista di ristoranti della zona che avevano aderito all’iniziativa, presentando i piatti tipici della cucina locale. Con l’indicazione Bastava prenotarsi e andare.

Questa iniziativa potrebbe essere riadattata e riproposta con i ristoratori e i produttori disponibili, con un limitato investimento nella comunicazione. Meglio nella dimensione del comprensorio del Giovenzano (più differenziata e ricca è l'offerta, più viene attratta la domanda): alla lunga conviene a tutti.

Mauro Ferrara