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Come aumentare le competenze nella Pubblica Amministrazione. Seguendo i percorsi della minoranza
di addetti che già oggi operano in ambiente organizzativo ad alta performance (HPWO) e producendo
più conoscenze in interazione con l'ambiente esterno. Su progetti con risultato verificabile, percepito e utilizzabile.
Con un esempio di progetto leggero , ispirato da un'esperienza di piccolo comune.
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Una ricognizione delle imprese, degli imprenditori e dei mercati del commercio ambulante.
Con alcuni flash emersi da ricerche regionali e locali, una mappa degli studi e degli
approcci in Europa e un approfondimento in tema di centri storici e mercati su area pubblica
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L’approccio astratto della Commissione, tendente ad applicare uno
schema standard alle normative dei paesi membri, contro l’approccio storicizzato del
Parlamento europeo, tendente ad intervenire sulle caratteristiche attuali mercati. Con priorità
alla tutela delle PMI e alle valenze anche sociali e culturali di questo segmento del commercio.
L'applicazione che si vuol fare della c.d. direttiva Bolkestein al commercio ambulante su
aree pubbliche con posteggio non corrisponde alle indicazioni della direttiva e mette a rischio
un segmento delle forze di lavoro caratterizzato da
- numerosità;
- impresa familiare e con collaboratori;
- manodopera non più giovane e con carichi familiari;
- manodopera a occupabilità praticamente nulla fuori dal settore.
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Il declino dei traffici, l'esclusione dal cluster dei porti riorganizzati con l'ultimo Piano della Portualità,
gli orientamenti del PRIT (Piano Regionale Integrato dei Trasporti) maturati sin dal 2010-11 sulle specializzazioni,
hanno spiazzato gli scenari delle politiche pubbliche, basati su previsioni circa
doppie sui volumi di merce movimentati.
L'accantonamento o l'abbandono di programmi di ambiziosa espansione, portano a
concentrarsi sull'efficienza dei servizi e sulla ottimizzazione della scala locale. In
ogni caso rilanciano l'interrogativo sulla configurazione e sulla 'identità' del porto.
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Il confronto tra legge e sentenza
Un confronto tra la sentenza della Corte Costituzionale (n. 1 del 2014)
che ha dichiarato incostituzionale il c.d. Porcellum e la nuova legge elettorale,
qui chiamata Etrurium (alla fine sarà chiaro perché) è molto istruttivo.
Anche perché scarsa è stata la circolazione delle informazioni sull’argomento.
La sentenza, infatti, non enuncia solo i requisiti di incompatibilità tra i principi costituzionali e il Porcellum,
ma anche le condizioni di compatibilità richieste per soddisfare i criteri costituzionali.
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Soltanto il 29% (41) delle amministrazioni uscenti è stato confermato,
nel restante 71% gli elettori hanno preferito cambiare. Non è questione di stabilità, ma di giudizio sulla qualità delle Amministrazioni: i Comuni sono i principali nodi di front line dell’intero reticolo istituzionale.
La fuga dalla continuità - che traduce l’insoddisfazione dei cittadini - coinvolge un po’ tutti: il Centro sinistra ne conferma il 31%, peggio fa il Centro destra. Un po’ meglio la Lega e la Sinistra.
Su tutti gravava il monito, di stile napolitano, che il segretario del PD aveva rivolto al sindaco Marino: “Se è capace, governi. Altrimenti…”.
Sui 143 comuni il verdetto degli elettori è indiscutibile: “Altrimenti…”.
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Da Graniglie mobili: disincanto e depolarizzazione
nei risultati elettorali, RES, aprile 2016.
Un paese troppo lungo
Nei primi decenni del XIV secolo il grande geografo e storico arabo-siriano Abul Fida' (Abulfeda) nella sua geografia chiama la penisola italiana La Terra Lunga.
Troppo lunga, e troppo varia, per essere conquistata e mantenuta.
Una lunghezza all'origine delle distanze tra “l'intreccio dei paesi” (così lo definiva Tullio De Mauro circa trent'anni fa) e tra governanti e governati.
Misurare queste distanze nei risultati elettorali (con gli ovvii limiti) e osservare distribuzione e tendenze del consenso effettivo presso gli elettori, è stato l'intento di questo testo. Le tendenze osservate fino al 2008 (il declino della partecipazione e il frazionamento del consenso alle liste) si sono confermate poi, con le elezioni del 2013.
Già nel punto di flesso delle tendenze a partire dagli anni '50 (le elezioni del 1979 e del 1983) il disincanto degli elettori e il ridimensionamento dei partiti maggiori segnano la svolta nel comportamento elettorale. Dieci anni prima della “caduta del muro”.
Le vicende di secessione degli elettori, di instabilità interna dei partiti “meno minori”, di frammentazione, di proliferazione dei soggetti, che trovano nelle elezioni comunali della capitale manifestazione emblematica, ne sono l'esito attuale. Anche prevedibile: se i partiti “meno minori”, pur nelle stagionali mute delle penne, non hanno incluso e hanno selezionato 'faccendierato', non resta che l'autopromozione, il cur non ego?, la proliferazione delle liste e dei candidati. Un segno, tutto sommato, di residua vitalità.
Si è scelto il linguaggio delle slides interattive, per alleggerire la “rassegna delle cifre”. Se si legge su video, più che simulare la carta stampata, conviene tentare altro. Prima o poi qualcuno troverà un linguaggio adatto.
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Da Economia bloccata: snodi critici e prospettive di svolta, RES, febbraio 2011.
La grande menzogna in cui è immersa la comunicazione è nel far credere
che i problemi di oggi siano nati oggi e siano stati avvistati da poco. Risalgono
almeno ai primi anni ottanta o sono noti da decenni. Come mostra l'excursus del testo.
Questo dissolve la stanca ripetizione del ritornello 'riforme, riforme'. Oggi,
nell'incertezza tra declino e inizio della decadenza, la domanda sensata è perché e per chi
queste riforme non sono state fatte.
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Il punto principale è non separare la città dell'Aquila dalla Valle dei Vestini (e dall’altro territorio circostante, come i borghi a nord o la Valle Subequana, questo è da valutare).
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Da molti anni all'estero è diffusa una forte identificazione tra il centro cittadino
e l'identità della città. L'equivalenza centre-ville égale Marseille,
così si esprimeva, ad esempio, il progetto di sviluppo del centro storico di Marsiglia.
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La ricerca ha studiato sei esperienze di cooperazione internazionale,
che hanno interessato comprensori sovracomunali e
si sono realizzate durante il ciclo 2000-2006 delle politiche regionali comunitarie:
- per comprenderne le potenzialità di diffusione,
- verificarne le criticità
- e delineare indicazioni utili a migliorare la progettazione futura.
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